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La Bibbia Queer al Salone del Libro: il potere dell’interpretazione e della pluralità

Data di pubblicazione 12 Maggio 2024
Tempo di lettura Lettura 3 minuti

Il Salone Internazionale del Libro di Torino, noto per essere un crocevia di culture e idee, ha ospitato sabato 11 maggio la presentazione della traduzione e curatela del libro “The Queer Bible Commentary”, giunto alla sua seconda edizione.

Questa raccolta di saggi, intitolata in italiano “Bibbia Queer. Un Commentario” curata dalla biblista e reverenda Mona West e dal teologo e reverendo in pensione Robert E. Shore-Goss, rappresenta un’opera audace nel panorama religioso e accademico.

Il volume si distingue infatti per l’approccio innovativo con cui si avvicina alla Sacra Scrittura: gli studiosi e i pastori coinvolti attingono dalle teorie femministe, queer, decostruzioniste e utopiche, oltre che dalle scienze sociali e dai discorsi storico-critici, per offrire una lettura della Bibbia inedita e stimolante.

Ma perché creare una Bibbia Queer? Al Salone del Libro 2024, la sociolinguista Vera Gheno, la traduttrice Laura Scarmoncin, la teologa Marinella Perroni, con la mediazione del docente di teologia Gianluca Montaldi rispondono a questa domanda concentrando tutto sull’importanza del diritto all’interpretazione. L’autorità della Chiesa ha a lungo monopolizzato l’interpretazione teologica, limitando così la molteplicità dei significati intrinseci al testo sacro. Tuttavia, la Bibbia in quanto opera che vive attraverso le interpretazioni, le quali sono inevitabilmente influenzate dalle circostanze, dalle epoche e dalle culture, oggi, più che mai, ha bisogno di essere reinterpretata alla luce dei cambiamenti e delle sfide del 21º secolo.

Con le sue 1136 pagine, la “Bibbia Queer” si pone dunque come strumento di rivoluzione linguistica e concettuale, cercando di liberare Dio dai vincoli imposti dalle convenzioni sociali e patriarcali di secoli fa. L’idea stessa di dare a Dio un pronome diverso da quello tradizionale, ad esempio, rappresenta un atto di resistenza e cambiamento; oppure l’eterosessualità come ordine primigenio della creazione, viene messa in discussione, poiché riflette gli ideali patriarcali del passato.

Lo scopo è dunque chiaro e sovversivo: reinterpretare le Sacre Scritture secondo i canoni contemporanei e rendere la Bibbia un’amica delle persone queer sia per una questione di democrazia scientifica, e di giustizia spirituale, ma anche come atto di restituzione della parola a coloro che sono statə storicamente emarginatə e condannatə.

In definitiva, la “The Queer Bible Commentary” non è solo un libro, ma un invito alla riflessione e al dialogo. È un’azione di resistenza e cambiamento che pone le basi per una nuova comprensione della fede e della spiritualità. In un’epoca caratterizzata dalla diversità e dalla complessità, è tempo di abbracciare la pluralità delle prospettive e di riconsiderare ciò che significa prendere la parola e interpretare il sacro.

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