Ad aprire l’ultima giornata del Salone Internazionale del Libro di Torino è stata Valeria Carletti: l’ideatrice e organizzatrice di Oltranza Festival, attivista per l’accessibilità degli spettacoli, è stata protagonista in Arena Bookstock portando la propria esperienza di persona con disabilità motoria e la propria passione per la musica, raccontate nel libro “A Oltranza (dis)avventure di una vecchia groupie” edito da Miraggi e con copertina firmata da Zerocalcare.
Un diario con playlist
“A oltranza” si contraddistingue come un diario con playlist: ad accompagnare i capitoli (oltre 50), ci sono infatti le canzoni che hanno segnato maggiormente la vita di Carletti. Uno degli artisti più citati, autore della prefazione del libro, è Brunori Sas: “È stato lui – ha spiegato – a darmi il soprannome ‘vecchia groupie’ per la mia abitudine di essere sempre sotto il palco con un cocktail in mano e di ‘stalkerare’ i cantanti: nella prefazione mi definisce anche come ‘Crudelia De Mon” in carrozzina perché approfitterei della mia disabilità per ottenere dei vantaggi. Il suo più grande pregio è quello di trattarmi come una persona qualunque, io e lui ci prendiamo in giro molto”.
La musica che salva la vita
Nel libro non sono tralasciati nemmeno i momenti più difficili, vissuti con l’ancora di salvezza musicale: “Il primo medico – ha aggiunto – disse ai miei che sarei rimasta ferma come un albero: vista la mia vita, direi che come pianta me la sto cavando bene. Anche quelli del liceo sono stati anni difficili, durante i quali piangevo moltissimo perché venivo emarginata; per fortuna è arrivata la musica a salvarmi la vita grazie a mia madre che mi portava ai concerti dei Nomadi. Anche ora, ogni tanto, mi uniformo a quello che la gente pensa di me perché mi considerano solo come disabile e non come donna: è un aspetto psicologico su cui devo lavorare”.
L’importanza di una famiglia “al femminile”
Due figure centrali nella vita di Carletti sono sicuramente quelle della nonna e della mamma: “Entrambe – ha concluso – sono state due donne molto politiche: mia nonna, staffetta partigiana, è stata in grado di trasmettere la stessa determinazione a mia mamma; io non potevo che essere una loro erede”.
Sorpresa Eugenio in Via di Gioia
Ad animare la presentazione, infine, ci ha pensato Eugenio Cesaro degli Eugenio in Via di Gioia, autore di uno showcase improvvisato: “Valeria – ha commentato – ci dimostra che l’autenticità è in grado di andare oltre gli schemi: è il modo migliore per raccontare la propria essenza perché riesce a superare ogni mezzo di comunicazione ponendosi tra noi e chi ascolta, guarda o osserva”.