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Il tumore al seno visto da una donna con disabilità: al Salone Internazionale del Libro di Torino Federica De Castro con “Sirena combattente”

Data di pubblicazione 16 Maggio 2024
Tempo di lettura Lettura 2 minuti

Federica De Castro è una donna con disabilità motoria: giornalista per la testata online Torino Oggi (dove cura una rubrica su storie e curiosità della città, ndr), ha raccontato la propria esperienza con il tumore al seno (carcinoma mammario) nel libro autobiografico “Sirena combattente”.

Emozioni

De Castro, ospite lo scorso lunedì al Salone del Libro di Torino e protagonista di un firmacopie allo stand della casa editrice Yume, ha approfondito alcuni aspetti “emotivi” e “pratici” dietro la realizzazione della sua opera prima: “Ammetto – ha sottolineato – che non avrei mai voluto scrivere questo libro, ma nonostante tutto mi ha permesso di riversare da qualche parte tutte le mie emozioni. In quelle pagine si riflettono tutte le mie sensazioni, sia quelle negative che quelle positive: dalla paura di non avere più tempo a disposizione alle certezze che ho potuto riacquistare dopo la malattia”.

Modalità e obiettivi

Le modalità scelte per raccontare questo percorso sono state due, sfociate in due obiettivi molto chiari: “Attraverso un flusso di coscienza – ha proseguito – ho confrontato la Federica di prima con quella di adesso, partendo dalla diagnosi fino ad arrivare all’attualità. Infine, sotto forma di diario, ho raccontato in modo molto approfondito gli aspetti medici della mia esperienza. L’obiettivo era duplice: regalare la mia testimonianza a chi sta vivendo una storia simile e realizzare una piccola catarsi personale, perché il tumore ha portato via quella parte di me che mi aveva permesso di accettarmi e di farmi sentire donna”.

Malattia e disabilità

Nel caso di Federica, l’esperienza con la malattia si è anche intrecciata da vicino con quella della disabilità: “Il tumore – ha concluso – ha spezzato l’equilibrio raggiunto dopo l’accettazione di me stessa e l’acquisizione di una certa consapevolezza, testimoniata anche da una particolare cura del mio aspetto esteriore. Da questo punto di vista, purtroppo sono ancora ferma al momento della diagnosi: fortunatamente ho trovato sul mio cammino persone splendide che, grazie alla loro competenza e sensibilità, sono riuscite a farmi sentire a mio agio prima, durante e dopo”.

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