Mancano pochi giorni alle attesissime elezioni regionali che sveleranno il nome del futuro o della futura presidente del Piemonte. In attesa di sapere chi tra il governatore uscente Alberto Cirio (per il centrodestra), Gianna Pentenero (per il centrosinistra), Sarah Disabato (per il Movimento 5 Stelle), Francesca Frediani (per Piemonte Popolare) e Alberto Costanzo (per Libertà) la spunterà, Volonwrite ha analizzato i rispettivi programmi per capire quanto e come si parla di disabilità. Visto che ci occupiamo di comunicazione, non poteva mancare un focus sul linguaggio utilizzato.
Il programma del centrodestra
Partiamo dalla coalizione della Giunta uscente di centrodestra composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati e dalla lista Cirio Presidente. Nel suo programma, Cirio rivendica prima di tutto alcune misure attuate durante i 5 anni di presidenza, tra cui lo stanziamento di 60 milioni di euro per il Fondo Regionale Disabili, la creazione del voucher Scelta Sociale da 600 euro al mese utilizzabile per assistenza domiciliare o residenziale grazie a 90 milioni del Fondo Sociale Europeo e l’incremento di un milione all’anno per i progetti di vita indipendente.
Tra le proposte, figurano l’intenzione di dare piena realizzazione al Fondo Unico per la Disabilità con l’obiettivo di “favorire l’integrazione e il raccordo degli interventi sanitari, sociosanitari e sociali”, l’introduzione di nuove modalità terapeutico-riabilitative come l’ippoterapia, la mototerapia e la pet therapy, il rafforzamento dei progetti sperimentali per l’ingresso delle persone disabili nel mondo del lavoro, il progressivo aumento dell’assegno previsto con il bonus Scelta Sociale attraverso un incremento delle risorse disponibili, l’istituzione di un fondo per i contributi ai caregiver in grado di coprire anche le prestazioni non garantite dal servizio sanitario nazionale (tra cui il metodo ABA per bambini e ragazzi nello spettro autistico) e i soggiorni per lo sviluppo dell’autonomia e il sollievo dei parenti, il potenziamento di pacchetti e itinerari turistici, l’abbattimento delle barriere architettoniche e, più in generale, la costruzione di nuovi servizi.
Il programma del centrosinistra
Particolarmente articolata la proposta della coalizione sfidante di centrosinistra composta da Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Lista Civica Pentenero Presidente, Stati Uniti d’Europa e Piemonte Ambientalista e Solidale. Il programma di Gianna Pentenero, infatti, prevede il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare integrata e della riabilitazione a domicilio, il sostegno alle famiglie e ai caregiver con contributi specifici, la promozione di formule alternative alle Rsa (case-famiglia, co-housing, centri diurni, case di giorno e appartamenti protetti), lo sviluppo di un sistema di trasporti per persone con patologie ad alta complessità che risiedono in aree distanti dai centri hub, l’applicazione della legge sul “Dopo di noi” e della legge delega 267 del 2021 con la promozione di progetti per l’autonomia, il rafforzamento della presa in carico sociosanitaria delle persone neurodivergenti con promozione dell’inclusione scolastica e degli inserimenti lavorativi, un’attenzione particolare alle disabilità nelle progettualità sportive scolastiche con lo stanziamento di fondi per l’acquisto di attrezzature adeguate, la creazione di un fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali con acquisto di ausili, l’acquisto di nuovi treni con particolare attenzione all’accessibilità, il potenziamento di Scelta Sociale portando il contributo da 600 a 1000 euro, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ottica di accessibilità, la promozione turistica della montagna con particolare attenzione a itinerari per tutti e la predisposizione di strutture sportive accessibili diffuse sul territorio. Non manca, infine, una critica alla Giunta Cirio, “rea” di aver tagliato 10 milioni di euro di fondi regionali sociali destinati alle cure domiciliari e di aver ridotto la spesa sanitaria per le Rsa: a questo, si contrappone l’idea di considerazione i fondi europei come aggiuntivi e non alternativi o sostitutivi di quelli locali.
Il programma del Movimento 5 Stelle
Decisamente più “sintetico” il programma pubblicato sul sito di Sarah Disabato, candidata alla presidenza della Regione per il Movimento 5 Stelle (che, lo ricordiamo, correranno da soli dopo la rottura del dialogo con il centrosinistra): le proposte includono la promozione di iniziative e percorsi scolastici per favorire l’inclusione sociale e la formazione degli studenti disabili tra cui progetti per l’apprendimento della lingua dei segni, l’investimento di risorse per l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutte le strutture pubbliche con particolare attenzione a quelle scolastiche, sanitarie e culturali, la promozione della figura del disability manager all’interno delle aziende con l’obiettivo di facilitare l’inclusione lavorativa, la promozione del turismo accessibile con il supporto della tecnologia, l’investimento di maggiori risorse per sostenere famiglie di persone non autosufficienti agevolando e velocizzando l’inserimento in struttura e comunità terapeutiche, il rafforzamento delle cure domiciliari e l’aumento delle ore di educativa a sostegno di bambini e ragazzi nello spettro autistico.
Gli altri candidati
Gli altri due candidati sono Francesca Frediani per la lista Piemonte Popolare, ispirata a movimenti come quello No Tav, e Alberto Costanzo per la lista Libertà creata dal sindaco di Taormina Cateno De Luca, che unisce diverse associazioni e partiti “anti-sistema”: mentre la prima ha divulgato solo un programma sintetico di 16 pagine dove la disabilità non è stata inserita, il secondo non lo ha nemmeno pubblicato online.
L’analisi
Da una prima analisi, è facilmente constatabile come le due coalizioni più grandi – e dunque destinate con ogni probabilità a ottenere più seggi in Consiglio Regionale – siano quelle che hanno dedicato più spazio alla disabilità nel proprio programma, declinandola secondo le rispettive “visioni” e non mancando di rimarcare i propri “traguardi” gli uni e di rinfacciare “tagli e mancanze” gli altri; segue, a ruota, il Movimento 5 Stelle.
È altrettanto evidente come esistano alcune tematiche ricorrenti: prima tra tutte quella della necessità di aumentare i fondi a sostegno della non autosufficienza e dei caregiver, dando priorità all’assistenza domiciliare piuttosto che all’inserimento in Rsa. A queste si aggiungono tre grandi capitoli: quello dell’inclusione, principalmente lavorativa e scolastica, quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sia nelle strutture pubbliche come uffici e impianti sportivi che in quelle private, e quello della vita indipendente, con la “promessa” di potenziare i progetti. In modo abbastanza sorprendente, tutti e tre gli schieramenti rivolgono un’attenzione particolare al turismo accessibile.
Nonostante il discreto spazio dedicato dai programmi di Cirio, Pentenero e Disabato alla disabilità, però, non possiamo non muovere qualche critica: i temi specifici, infatti, sono trattati in modo molto generico e disomogeneo, per non dire superficiale e confusionario. A nostro parere non basta inserire qualche parola chiave come “vita indipendente”, “barriere architettoniche” o “dopo di noi” qua e là per definirsi preparati, ma occorrerebbe un approccio strutturale che a un’analisi delle problematiche e dei punti di forza vada ad aggiungere proposte concrete e – soprattutto – coperture economiche certe. Ricordiamo infine come la disabilità non sia una tematica a se stante, o legata solamente alla sfera del sociale, bensì vada a inserirsi in tutti gli aspetti della società.
Il linguaggio
Chiudiamo la nostra “parentesi” politica trattando un ultimo aspetto che ci sta molto a cuore, ovvero quello del linguaggio. A livello quantitativo, il programma che contiene più termini legati alla disabilità è quello del centrosinistra con 20 citazioni, seguito da quello del Movimento 5 Stelle con 13 e da quello del centrodestra con 12. Per quanto riguarda la “priorità” data alla tematica, invece, i tre schieramenti seguono un andazzo simile inserendo il primo termine legato alla disabilità un po’ prima della metà del programma: il centrodestra a pagina 29 su 74 totali, il centrosinistra a pagina 42 su 97 totali e il Movimento 5 Stelle a pagina 20 su 47 totali.
Ma la vera criticità è quella legata alle parole utilizzate: sia il centrosinistra che il Movimento 5 Stelle, anche se in minima parte, hanno infatti scelto una terminologia giudicata abilista come “diversamente abile” (rispettivamente 3 volte e 1 volta), “vizio” a cui è invece il sfuggito il centrodestra; nel caso dei 5 Stelle, inoltre, è opportuno sottolineare l’uso totalmente fuori tempo massimo del termine handicap.
Una tendenza simile si è verificata per quanto riguarda l’autismo, su cui si sono fatti trovare impreparati anche Cirio e compagni: in questo caso, però, non c’è spazio per le attenuanti visto che tutti hanno optato per l’utilizzo di “persone con disturbo dello spettro autistico” seguendo un approccio medico-patologico in totale contrapposizione con le ultime tendenze che prediligono quello di tipo sociale “persona autistica” o “persona nello spettro autistico”; totalmente assente, invece, il concetto di neurodivergenza.
A parziale “discolpa” è doveroso ammettere come nella maggior parte dei casi il linguaggio utilizzato sia adeguato, seppur con qualche differenza. Mentre il centrodestra e il centrosinistra hanno privilegiato la terminologia person first “persona con disabilità” che vede la disabilità come una caratteristica (rispettivamente 5 contro 2 e 5 contro 3), infatti, il Movimento 5 Stelle ha preferito quella identity first “persona disabile” che vede la disabilità come parte integrante dell’identità (4 contro 1).
Altri termini citati sono disabile o disabili (5 volte il centrosinistra e 2 volte il centrodestra) e disabilità in generale (5 volte il Movimento 5 Stelle, 3 volte il centrosinistra e 2 volte il centrodestra
).