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Paralimpiadi 2024: Zakia Khudadadi vince la prima medaglia della storia del team rifugiatə

Data di pubblicazione 6 Settembre 2024
Tempo di lettura Lettura 2 minuti

«Questa medaglia è per tutte le donne, non solo quelle di Kabul. E per tuttə lə rifugiatə. Perché sono sicura, alla fine vinceremo: e saremo liberə». Con queste parole, Zakia Khudadadi dedica il bronzo paralimpico non solo a sé stessa, ma anche a tutte le donne e rifugiatə del mondo. La parataekwondoka afgana ha infatti raggiunto un traguardo storico, vincendo la prima medaglia per il Team dellə Rifugiatə alle Paralimpiadi, un evento che segna una svolta non solo per lo sport, ma per l’umanità intera.

Tre anni fa, la sua situazione era molto diversa. Alla vigilia delle Paralimpiadi di Tokyo 2021, Zakia sognava di rappresentare l’Afghanistan, ma la ritirata delle truppe americane dal paese e il caos che ne seguì la lasciarono bloccata a Kabul. Il suo disperato appello, lanciato attraverso l’ANSA con le parole «Lasciatemi andare a Tokyo», raggiunse il mondo intero. Grazie alla mobilitazione di numerose persone, tra cui la comunità del taekwondo italiano, Zakia fu esfiltrata dalla capitale afgana, nascondendosi sotto un burqa tra la folla disperata all’aeroporto. Da lì, riuscì a fuggire in Australia e infine a raggiungere Tokyo.

Dopo Tokyo, Zakia si trasferì in Francia, dove decise di allenarsi con la nazionale francese. “È una vittoria dello sport“, commentarono all’epoca, e quel trionfo ha trovato il suo compimento oggi a Parigi, con la conquista del bronzo paralimpico nel Para taekwondo K44, categoria -47 kg. Un risultato di cui Zakia è estremamente orgogliosa: «Per me questa medaglia vale quanto un oro, perché sono venuta in Francia per praticare il mio sport. In Afghanistan, non sarebbe mai stato possibile».

La sua impresa non è solo una vittoria personale, ma un simbolo di resilienza e speranza per tutte le persone costrette a fuggire dal loro paese. Come Cindy Ngamba, la pugilatrice rifugiata che ha vinto una medaglia ai Giochi Olimpici di Parigi, Zakia ha dimostrato che lo sport può superare barriere e dare voce a chi non ne ha. La sua medaglia è un messaggio di forza e di libertà.

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