Unə su quattro è precariə. Questa è la fotografia del corpo docente di sostegno in Italia, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito aggiornati a fine 2024. Soltanto il 40,6% dellə insegnanti di sostegno può contare su un contratto a tempo indeterminato, una situazione che rischia di compromettere la qualità dell’inclusione scolastica.
Nel frattempo, il numero di alunnə con disabilità nelle scuole italiane continua a crescere. Nel 2023, gli studenti con certificazione di disabilità hanno raggiunto le 339.975 unità, pari al 4,2% del totale, più del doppio rispetto al dato registrato nel 2004 (1,9%).
Disabilità a scuola in aumento: l’evoluzione di un fenomeno
Negli ultimi vent’anni, il sistema scolastico italiano ha assistito a una costante crescita dellə studentə con disabilità. Nell’anno scolastico 2022/2023, la loro percentuale è passata dal 3,9% dell’anno precedente al 4,2%. Le scuole primarie e secondarie di primo grado registrano le percentuali più alte, rispettivamente con il 5,2% e il 5,0%, mentre nella secondaria di secondo grado la cifra scende al 3,3%.
La disabilità intellettiva è la più comune (69,9%), seguita da altre tipologie come disturbi specifici dell’apprendimento, problemi psichiatrici e ADHD (24,6%). Inoltre, lə alunnə stranierə con disabilità rappresentano il 15,8% del totale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Nord.
Disparità regionali e distribuzione delle risorse
L’analisi territoriale mette in luce profonde differenze tra Nord, Centro e Sud Italia. Le regioni del Nord Ovest guidano la classifica con il 4,5% di alunnə con disabilità, seguite dal Centro (4,3%), dal Mezzogiorno (4,2%) e dal Nord Est (3,6%).
Anche il rapporto tra alunnə con disabilità e posti di sostegno varia notevolmente: se Molise e Sicilia presentano i valori più bassi (1,03 e 1,18), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia si attestano ai più alti (1,94 e 1,68). In generale, il rapporto è migliorato negli anni, passando da 2,09 nel 2009/2010 a 1,41 nel 2022/2023, ma le disparità persistono.
La precarietà dei docenti di sostegno: un problema cronico
Nonostante il numero complessivo di docenti di sostegno sia in crescita (217.796 unità nell’anno scolastico 2022/2023, pari al 23,1% del totale dellə docenti), la stabilità contrattuale resta una chimera. Il 59,4% degli insegnanti di sostegno lavora con contratti a termine, una condizione che compromette la continuità didattica, fondamentale per lə alunnə con disabilità.
La precarietà colpisce in particolare le scuole secondarie di secondo grado, dove la percentuale di docenti di sostegno è più bassa (17,5%) e si concentra la maggior parte degli studenti con disabilità intellettiva. Questa situazione si riflette negativamente sulla qualità dell’insegnamento e sull’efficacia dei progetti di inclusione scolastica.
Le sfide per il futuro: investire nella stabilità
La fragilità del sistema di sostegno scolastico richiede interventi urgenti. Stabilizzare il personale docente di sostegno non è solo una questione contrattuale, ma una necessità per garantire il diritto allo studio e all’inclusione per tuttə lə alunnə con disabilità.
La continuità didattica è un pilastro fondamentale per costruire relazioni stabili tra insegnanti e studentə, ma con un esercito di docenti precari, questo obiettivo rischia di restare irraggiungibile. Investire nella formazione e nella stabilità contrattuale dellə insegnanti di sostegno rappresenta la sfida cruciale per il futuro della scuola italiana. Un impegno che non può più essere rimandato.
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