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“I genitori paghino l’accompagnatore”: bufera sulla scuola

Data di pubblicazione 12 Marzo 2025
Tempo di lettura Lettura 3 minuti

“Se vuole partecipare, i genitori paghino l’accompagnatore.” Questa la sconcertante risposta ricevuta dalla famiglia di un ragazzo con disabilità da parte dell’Ufficio di Sostegno alla Persona e alla Progettualità di Torino, articolazione periferica del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Un’affermazione che non solo contrasta con i principi dell’inclusione scolastica, ma ignora precise disposizioni normative. Solo grazie all’intervento dell’ANFFAS di Torino è stato possibile rimediare a una situazione che rischiava di trasformarsi nell’ennesimo caso di discriminazione.

Un caso di esclusione mascherato da burocrazia

Tutto ha avuto inizio quando un istituto superiore della cintura torinese ha negato la partecipazione di un ragazzo con disabilità a un viaggio d’istruzione, sostenendo che nessun docente fosse disponibile ad accompagnarlo. La scuola ha quindi proposto due alternative inaccettabili: che i genitori trovassero un educatore a proprie spese o che uno di loro accompagnasse direttamente il figlio. Una soluzione impraticabile per la famiglia, sia per motivi lavorativi sia per il percorso di autonomia che il ragazzo stava costruendo.

Di fronte a questa situazione, i genitori hanno contattato l’Ufficio di Sostegno alla Persona e alla Progettualità di Torino, nella speranza di ottenere un chiarimento. La risposta, invece di confermare il diritto del ragazzo a partecipare alla gita in condizioni di parità, ha ribadito la posizione della scuola: la presenza di un accompagnatore era condizionata alla copertura dei costi da parte della famiglia. Un’affermazione gravissima che contraddice la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e diverse disposizioni ministeriali.

L’intervento dell’ANFFAS e la svolta

Consapevole dell’ingiustizia subita, la famiglia si è rivolta allo sportello Antenne Antidiscriminazione Attive dell’ANFFAS di Torino. Gli operatori, riconoscendo immediatamente il carattere discriminatorio della vicenda, hanno coinvolto l’avvocata Silvia Greco, consulente legale dell’Associazione. Quest’ultima ha inviato un’istanza formale alla scuola, citando norme fondamentali come la Circolare Ministeriale 291/92, che stabilisce l’obbligo per gli istituti scolastici di garantire la partecipazione degli studenti con disabilità ai viaggi d’istruzione, designando accompagnatori tra il personale senza oneri per le famiglie.

A seguito di questo intervento, l’istituto ha rivisto la propria posizione, garantendo finalmente al ragazzo la possibilità di partecipare alla gita con un docente di riferimento, in piena parità con i compagni.

Un caso che pone interrogativi inquietanti

Resta però un nodo irrisolto: com’è possibile che un ufficio ministeriale abbia avallato una pratica così chiaramente discriminatoria? La risposta fornita all’ANFFAS solleva dubbi non solo sull’applicazione delle norme, ma anche sulla formazione del personale chiamato a garantire i diritti degli studenti con disabilità.

Questo episodio dimostra ancora una volta quanto sia necessario vigilare sul rispetto delle norme e il ruolo fondamentale delle associazioni come l’ANFFAS, che ogni giorno si battono per garantire alle persone con disabilità il diritto a un’istruzione realmente inclusiva.

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